Castiglione dei Pepoli
Castiglione dei Pepoli sorge sui versanti del Monte Gatta ed è sempre stato uno dei più importanti centri abitati dell’Appennino Bolognese. Sparsi nel territorio il paese è ricco di frazioni e piccole borgate d’epoca. La zona in cui si estende era già conosciuta dagli Etruschi e Romani ma conobbe un forte sviluppo nel Medioevo poiché situato al confine tra Bizantini e Longobardi. In origine il borgo si chiamava Castiglione dei Gatti, si pensa che possa derivare dalla parola longobarda “gaita” che significa “monte” ma esiste un’altra ipotesi dal linguaggio celtico secondo il quale “gatt” volesse dire “castello nel bosco”.
Fu un possedimento di Matilde Di Canossa per poi passare ai Conti Alberi di Prato. Susseguirono moltissime lotte per espugnare e possedere il territorio e nel 1340 la famiglia bolognese dei Pepoli comprò dal conte Ubaldino degli Alberti di Mangona il castello di Castiglione dei Gatti, con Sparvo e Baragazza, dando vita ad un piccolo feudo. Il periodo medievale ci lascia molte memorie visive ancora oggi. In quell’epoca furono costruiti castelli e fortificazioni a difesa e controllo del territorio.
Oggi rimangono mura distrutte e ruderi degli impianti edificati nel passato. I Pepoli governano fino al 1796 spazzati via dalle orde rivoluzionarie e il territorio viene conquistato dai francesi, ma ai Pepoli essi si deve l’impianto urbanistico, il centro del feudo e moltissime costruzioni civili e religiose. Il fulcro era il palazzo di famiglia , l’odierno municipio. La famiglia Pepoli ebbe l’intenzione di creare un regno arrivando addirittura a possedere un proprio esercito e battere moneta. Infatti essi coniano una propria moneta, su di un lato lo stemma della famiglia e sull’altro l’aquila imperiale a due teste. Non ne esistono più, solamente un esemplare viene custodito a Bologna.
Nel 1863 diventa Castiglione dei Pepoli, in onore della famiglia nobile che lo possedeva e lo ha cambiato radicalmente. Castiglione dei Pepoli si libera dall’isolamento solamente nel ‘800, grazie all’apertura nel 1884 della prima strada carrozzabile, una meraviglia naturale. Quest’evento sarebbe stato il fattore decisivo del periodo turistico che succedette. Il paese brulicava di villeggianti attratti anche dal centro termale e dagli spettacolari ambienti che lo circondavano. Le guerre mondiali segnarono profondamente il paese poiché il attraversato dalla famosa Linea Gotica.
Il ‘900 fu il secolo delle grandi opere e si iniziò a usare i corsi d’acqua e costruire i primi bacini artificiali con annesse centrali per la produzione di energia elettrica. Vennero anche costruite altre importanti opere come la Ferrovia Direttissima, Autostrada del Sole e il Centro Enea.
L’antico Palazzo Pepoli, o Palazzo della Ragione, costruito verso la fine del quattrocento ed ampliato tra il XVI e il XVIII secolo, deve il suo nome alla famiglia che ha avuto il controllo del territorio di Castiglione dei Pepoli, dal 1340 al 1796 e che con alterne vicende, governò con pugno di ferro queste zone. Il Palazzo Pepoli, sede del Governo, mantenne la sua funzione sia nel periodo napoleonico che in quello dello Stato Pontificio. Il suo maestoso impatto ha da sempre chiarito quale fosse il centro del paese. Posizionato in una zona dominante sulla valle del Brasimone, permette uno stupendo
La chiesa di San Lorenzo venne eretta nella metà del ‘500 all’interno del centro storico del paese, imponendosi con la sua facciata tripartita a fronte di tempio. La chiesa si affaccia all’inizio della strada principale che conduce alla Piazza. La posizione in cui si trova denota la forte valenza paesaggistica che assumeva anticamente sulla valle, fino alla costruzione di edifici residenziali nel dopoguerra. La chiesa orientata classicamente verso Est e affiancata dalla canonica ed il campanile. Il sagrato della chiesa costruito con il materiale tipico della zona, la pietra arenaria, è in continuità con la strada pedonale ma rialzato al fine di garantire il deflusso delle acque. La facciata di rifacimento novecentesco interamente intonacata di color rosso mattone. Nel 1935 venne costruito l campanile sovrastato da una statua di Cristo Salvatore.
Il Centro Cultura Paolo Guidotti è situato nelle ex scuole elementari di Castiglione dei Pepoli e rappresenta un esclusivo e importante polo culturale dell’intero Appennino Bolognese. La sua apertura risale al 5 aprile 2014 sotto volontà dell’amministrazione comunale che ha progettato nuovamente gli spazi ove si sarebbe collocato il centro. Costituito da un insieme di servizi offerti alla comunità come la Biblioteca Comunale, sale per meeting e spazi destinati ai giovani. Al suo interno ospita diverse sale espositive:
SALA DELLE ORIGINI – oggetti e abitazioni età medievale;
MONDO RURALE – mestieri e vita quotidiana in Appennino;
CASTIGLIONE DEI PEPOLI ‘800 E ‘900 – oggetti e immagini del paese;
MEMORIALE DI GUERRA SUDAFRICANO – reperti Militari.
Il camminamento pedonale, uno spazio tranquillo che consente in pochi minuti al turista di scoprire un lato del paese nascosto. Una piccola passeggiata consigliata durante le serate, illuminato dalle luci il percorso può essere fatto in ambe le direzioni. Si sale in Via Sdrucciola nell’angolo destro alto della Piazza, trovandosi al Palazzo Pepoli. Dopo aver percorso la scalinata che si snoda tra le case storiche si svolta a sinistra in Via Santa Croce, si continua fino alla fontana delle Docce posta di fronte alla Chiesa.
Il paese ospita la Meridiana, costruita nel 1995 dallo gnomonista castiglionese Ugo Beccheroni su piastrelle di ceramica smaltate a fuoco, raggiunge la dimensione totale di cm. 160 x 130.
La Torre dell’Orologio si alza sul lato opposto del Palazzo. Viene chiamata così perché sulla sua cima si può ammirare uno spettacolare orologio pubblico. Venne costruito al suo interno un Teatro, ovvero una piccola sala per piccoli spettacoli e rappresentazioni.
Il monumento ai Caduti castiglionesi della prima guerra mondiale, conosciuto popolarmente anche con il soprannome di “fantone”, è un’opera dello scultore Pasquale Rizzoli già autore del monumento di piazza VIII Agosto a Bologna. La scultura in bronzo poggia su un blocco di marmo grezzo e rappresenta un fante nudo, coperto solo dall’elmo di guerra , con il gladio nella mano destra rivolto verso l’alto, mentre la mano sinistra preme sul costato . Il costo dell’opera fu di 150.000 lire e fu inaugurato il 13 novembre 1927 e collocato nel Parco della Rimembranza, situato dietro al Palazzo della Ragione. Sul blocco di marmo del basamento sono incisi i nomi dei paesani caduti in guerra mentre nella parte frontale del era presente una lapide con fascio littorio che recitava : “lapide di Castiglione consacra i vostri nomi alla gloria, che fu tolta dopo la caduta del fascismo.
Nei pressi del centro del paese è situato il Cimitero Militare Sudafricano, in cui sono accolti gran parte dei caduti di guerra sudafricani morti sul suolo italiano. Riposano qui 502 soldati, tra cui 401 sudafricani, 99 britannici e 2 ufficiali indiano. I britannici e gli indiani erano aggregati alla Sesta Divisione Corazzata Sudafricana che liberò il paese il 27 settembre del 1944 assieme agli americani. Il cimitero sorge su un terreno rivolto sulla vallata del Torrente Brasimone in cui ogni corpo avvolto in una coperta venne sepolto con l’aiuto dei civili di Castiglione dei Pepoli. In seguito ad una prima sepoltura i caduti indiani di fede “hindu” e “sikh” secondo le loro religioni vennero cremati e sono ricordati nel Memoriale commemorativo delle cremazioni a Forlì. La prima cerimonia commemorativa si tenne iqui il 28 dicembre 1944 mentre la seconda, il 10 luglio 1945, con il primo Ministro sudafricano Maresciallo Smuts al quale partecipò anche sindaco di Castiglione. Al termine della guerra il cimitero venne gestito dall’Imperial War Grave Commision. Molti parenti dei defunti nel dopoguerra si rivolsero al Comune per deporre un fiore oppure avere una fotografia della tomba del proprio caro.
La Palazzina, conosciuta anche come “palazzino”, viene costruita da un drappello di mastri muratori locali. Alcune stanze furono dipinte a fresco per donare maggiore nobiltà alla struttura. Una residenza elegante che venne durante gli anni curata e abbellita con sfarzose decorazioni. In alto sulla facciata che guarda la piazza si osservava un grande stemma pepolesco dipinto entro un mantello principesco poi sostituito da una meridiana visibile ancor oggi. Questa costruzione venne comperata dai Pepoli. La “MERIDIANA” costruita nel 1995 dallo gnomonista castiglionese Ugo Beccheroni su piastrelle di ceramica smaltate a fuoco, raggiunge la dimensione totale di cm. 160 x 130.
La villa Ruggeri alle Docce è uno dei più importanti edifici della storia castiglionese appartenuto alla famosa famiglia Ruggeri costruito nella seconda metà del ‘800. Situata sopra la fontana delle Docce e circondata da castagni secolari proprio accanto alla all’antica Chiesa Arcipretale. Il portone elegante sormontata da una lunetta in ferro, che riporta la data 1873, situato lungo la “salgada” (salita che collega la Chiesa al’odierna Casa di Cura) permette l’acceso agli ampi saloni dell’abitazione caratterizati dalla presenza di affreschi che donano signorilità. La villa è dotata di una torretta panoramica, in cui successivamente verranno ospitati strumenti per l’osservatorio meteorologico del Monte Gatta. La servitù non alloggiava nella villa ma in un agglomerato di case nei pressi di essa mentre verso monte erano situate le stalle con annesso fienile, ancora oggi riconoscibile dal fronte sottotetto con fori di piccionaia. In questa villa abitò Arturo Ruggieri, uno dei più importanti castiglionesi che fu sindaco, notaio e fondatore della Cassa di Risparmio nonché azionista dello stabilimento termale. Nel periodo seguente alla guerra la villa ospito la Casa di Cura Nobili e nel 1960 divenne sede di scuola media inferiore. L’odierna casa di riposo, di cui verrà rivisitata la sua funzione, era la villa che Arturo fece costruire per sua figlia Cleofe.
La Chiesa Vecchia è dedicata alla Madonna della Consolazione e rappresenta il più antico luogo di culto castiglionese. La struttura attuale risale al XVII secolo ma è stata ricostruita sulle rovine dell’Oratorio di San Lorenzo “Traflumen” di origine romana. La statua della Beata Vergine Maria al suo interno risale a prima del 1645 mentre le altre opere risalgono al XVII – XVIII secolo. Appena usciti dalla Chiesa sulla sinistra si apre il Parco dove fra spazi verdi e castagni vi è una pietra su cui lo sculture castiglionese Mario Cassarini ha riprodotto l’immagine delle Vergine situata all’interno della Chiesa. Fra i castagni secolari del parco si può notare un antica “scadora”.